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Le tecniche di Mental Training nello sport
ARTICOLI E APPROFONDIMENTI PSICOLOGIA DELLO SPORT  /  LE TECNICHE DI MENTAL TRAINING NELLO SPORT

Mental training e coaching a Padova

La felicità più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi sempre dopo una caduta" (Confucio)
L’allenamento mentale o Mental Training rappresenta un’opportunità in più per tutti gli atleti che vogliono migliorare le loro prestazioni sportive.
In senso esteso, per allenamento mentale si può intendere un atteggiamento di maggior attenzione rivolto ai processi psicologici coinvolti nell’attività sportiva e, in particolare, la consapevolezza di come essi influenzano la prestazione in senso positivo o negativo.
Attraverso l’allenamento mentale e l’utilizzo delle tecniche ad esso collegate, l’atleta può accrescere la conoscenza di se stesso, divenire maggiormente consapevole delle proprie risorse, migliorare il proprio livello di autostima, comprendere come corpo e mente possano interagire permettendo la realizzazione delle proprie potenzialità.
Le principali tecniche a cui tradizionalmente ci si riferisce nel Mental Training sono: il rilassamento, il goal setting, le tecniche di imagery, il self-talk, il biofeedback.
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Il rilassamento
Per rilassamento si intende indicare uno status pscofisiologico caratterizzato da una riduzione del livello di attivazione complessivo dell'organismo, cui corrisponde un vissuto di calma, di pace interiore, di tranquillità e riduzione di ansia e di tensione.
I modi con cui si può ottenere un buon rilassamento sono diversi: Training Autogeno di Schultz, Rilassamento Progressivo di Jacobson, tecniche di origine orientale quali lo joga e lo zen, Biofeedback.
In ambito sportivo le tecniche di rilassamento sono utilizzate per prendere consapevolezza della tensione muscolare a riposo e per gestire situazioni ansiogene o stressanti che possono influenzare negativamente una prestazione.

Il Goal Setting
Il Goal Setting, o formazione degli obiettivi, è uno dei punti chiave della preparazione mentale in ambito sportivo. È stato dimostrato che comprendere bene che cosa si vuole ottenere, in quanto tempo e con quale strategia, incrementa la prestazione più che non avere obiettivi o stabilire semplicemente l'obiettivo di dare il meglio di sé.
Se realizzato nella dovuta maniera, il Goal Setting consente di evitare alcuni errori tipici, come porsi degli obiettivi troppo ambiziosi o troppo poco stimolanti.
L’atleta che si pone degli obiettivi realizzabili, ossia né troppo al di sopra né troppo al di sotto delle proprie possibilità percepite, influisce sulla prestazione guidando l’attenzione, mobilizzando l’impegno, aumentando la persistenza e motivando alla ricerca di strategie appropriate al compito.
Gli obiettivi devono essere mirati al miglioramento graduale della prestazione più che al risultato, che rimane molto spesso una variabile imprevedibile.
“Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di ispirare. Esso ha il potere di unire le persone in un modo che poche altre cose fanno. Parla ai giovani una lingua che comprendono. Lo sport può portare speranza dove una volta c’era solo disperazione”.

- Nelson Mandela
Le Tecniche di Immaginazione o Visualizzazione (Imagery)
Immaginare significa rappresentarsi qualche cosa senza viverla nella realtà, ma "vivendola" mentalmente.
L’allenamento alla visualizzazione mentale aiuta nello sport a raggiungere molteplici scopi: la diminuzione dell’ansia prima e durante la gara (ogni immagine mentale contiene infatti delle emozioni); l’aumento di attenzione e concentrazione; il miglioramento del gesto atletico (allenamento ideomotorio); la maggiore padronanza del proprio schema corporeo psichico; la maggiore fiducia e autostima nelle proprie capacità; il controllo del dolore cronico.
L’utilizzo delle tecniche di imagery può essere un importante valore aggiunto per l’atleta, sia nel periodo di allenamento sia nel momento della gara vera e propria.

Il Self-Talk
Il Self-Talk è quel meccanismo mentale che ci porta a parlare silenziosamente con noi stessi, per cui viene definito anche "dialogo interno".
I pensieri che fanno spesso capolino nella mente dell’atleta, in modo automatico, sono in grado di incidere sia positivamente che negativamente sulla prestazione. Un tipico dialogo interno di un atleta può essere fatto di frasi del tipo: "Posso farcela!…Resisti ancora qualche minuto!...Capita a tutti di fare un errore, e quindi può capitare anche a me!...Io valgo come atleta!" Vs. "Farò una brutta figura anche stavolta!...È inutile tentare!...Non riuscirò a recuperare!…Lo sapevo che andava a finire così!". Se da un lato pensieri positivi favoriscono sentimenti di adeguatezza al compito e facilitano di conseguenza una buona prestazione, dall’altro pensieri inappropriati e negativi suscitano percezioni di inadeguatezza e apprensione che influenzano sfavorevolmente l’esito della prestazione.
Attraverso le tecniche di Self Talk è possibile agire sulla concentrazione, suscitare emozioni positive e incrementare la fiducia in sé.

Il Biofeedback
Nel campo della psicologia applicata allo sport, il biofeedback è una delle tecniche più efficaci per favorire l'apprendimento dell'autoregolazione del livello di attivazione psicofisiologica (arousal).
Con questa tecnica lo sportivo impara a intervenire sui propri parametri fisiologici (tensione muscolare, frequenza cardiaca, temperatura corporea ecc.) in modo da raggiungere una condizione di maggiore rilassamento, concentrazione ed autocontrollo.
Il biofeedback è indicato per l'induzione del rilassamento anche in quei soggetti che hanno difficoltà con altre tecniche quali il training autogeno, l'ipnosi, il rilassamento immaginativo ecc., in quanto, grazie al feedback immediato relativo agli stati fisiologici, permette di percepire e modulare con più facilità il proprio livello di attivazione.
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